Chi salverà Roma dalle cimici asiatiche?

“Siamo invasi dalle cose che arrivano dalla Cina”, sembra una battuta scontata e il pensiero di tutti va ai grandi bazar gestiti da orientali, ma in questo caso non si parla di mercati, ma di Halyomorpha halys, chiamata, per comodità, cimice asiatica.

Mezza Italia  terrorizzata

Questo piccolo insetto fastidioso e puzzolente ha danneggiato intere culture pregiate del Nord Italia e, non contento, ha deciso di invadere anche la capitale assediando gli appartamenti che si sono ritrovati invasi da questo essere. Come liberarsene? Per prima cosa bisogna rivolgersi ad un impresa di pulizie a Roma e, una volta liberata la casa, munirsi di zanzariere che impediscono l’accesso agli insetti invasori, dopo di che si spera nell’ultima scoperta che dovrebbe liberare l’intero paese dalla cimici asiatiche.

A differenza delle cimici nazionali, a cui siamo abituati, anche perché difficilmente ce le troviamo tra i piedi, la versione asiatica è ghiotta di pere, mele e albicocche, ma in mancanza si adattano anche ad altri frutti e ortaggi così, al loro passaggio, intere coltivazioni sono state distrutte. Basta pensare che solo nel 2016 il raccolto perso, per colpa di queste cimici, è stato del 40%!

Sono moltissime le colture che possono essere colpite. Quando la cimice asiatica si posa su un frutto, inserisce il suo apparato boccale e succhia la polpa del frutto. La sua saliva, poi provoca delle necrosi o deformazioni nel frutto che, a quel punto, è inutilizzabile. Fermare questo distruttore non è facile e a spiegarlo è l’entemologa dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Lara Maistrello (responsabile scientifica del Programma sviluppo rurale della Regione Emilia Romagna contro l’insetto invasore): “È capace di volare per 2,5/5 chilometri al giorno e attacca ogni frutto. Abbiamo accertato che una femmina riesce a deporre in media 285 uova all’anno, e dopo le madri, nella stessa stagione, depongono le figlie. Fermarle è difficilissimo. Trovi le cimici, prepari il trattamento, ne ammazzi una parte e le altre cambiano banchetto. Il trattamento non dura in eterno, il giorno dopo l’albero è già accessibile. Anche con l’uso di neonicotinoidi, piretroidi e fosforganici non si sono raggiunti grandi risultati: non puoi insistere perché ammazzi anche gli insetti utili, come gli impollinatori“.

L’unico metodo per combattere queste cimici distruttrici di frutteti è quello di allevare i nemici naturali dell’insetto, un “minuscolo imenottero parassita delle uova”. Il suo nome è Encyrtus telenomicida e può essere allevato in biofabbriche. A questo punto non ci resta che sperare nella potenza del telenomicida e pazientare.