I Bitcoin: un boom che preoccupa la finanza

Quello che in principio sembrava un semplice gioco sta diventando un vero e proprio boom che sta attirando l’attenzione delle banche centrali. Fra alti e bassi, la criptovaluta è arrivata a superare quota 10 mila dollari.

Dall’inizio  dell’anno il bitcoin ha registrato un aumento del 900%, ma è particolarmente instabile poiché sono state registrati improvvisi crolli così come spericolati recuperi. Proprio per questo motivo l’alta finanza ha avviano un vero e proprio piano di osservazione nei confronti della valuta digitale, invitando tutti alla prudenza dell’utilizzo.

Intanto il mercato incomincia a farsi  affascinare da questo sistema di pagamento e sono in crescita gli esercizi che li accettano. La moneta teorizzata da Satoschi Nakamoto è stata usata nel mondo reale, per la prima volta, nel maggio 2010 da Laszlo Hanyecz che uso 10 mila bitocoin per comprare due pizze capricciose. Adesso, la stessa cifra di bitcoin ha raggiunto il valore di 66 milioni di dollari. Ma, in fondo, chi avrebbe mai pensato che una valuta scambiata tra pari, senza l’intermediazione di un’istituzione centrale che fa da garante, avrebbe preso piede? Invece è diventato un vero e proprio meccanismo globale dove server disseminati negli angoli più reconditi della Cina passano il tempo a validare transazioni e accumulare le ricompense.

Se prima erano considerati cose da mondo virtuale e basta, adesso che hanno raggiunto valori stratosferici, sono entrati nel mirino della finanza e presto arriverà il primo “future legato al bitcoin”. Sembra la moneta del futuro, eppure, nonostante in Gran Bretagna e Stati Uniti piovano fondi sulle start-up che si occupano di questo settore, il futuro della criptomoneta non è per nulla chiaro e definito. Quale sia la sua reale funzione, come si mantiene, cosa c’è dietro non è così lampante come dovrebbe essere e, a rendere il tutto ancora più inquietante, sono i grossi scossoni a cui è sottoposta la moneta digitale, scossoni che le leggi dell’economia non riescono a spiegare, quindi incomprensibili e imprevedibili.