Investire nella criptovaluta Ethereum, come e perché sceglierla in alternativa al Bitcoin

Quando si affronta il tema relativo alle criptovalute la prima moneta virtuale che viene in mente è il Bitcoin, ma nell’affascinante e rischioso mondo delle valute decentralizzate c’è molto di più. E’ vero, infatti, che ad oggi il Bitcoin resta la criptovaluta con la maggiore capitalizzazione, ma subito dietro c’è Ethereum, o meglio Ether.
Investimenti in Ethereum, dalla diversificazione alle prospettive future
Volendo redigere una guida all’investimento in Ethereum , infatti, in realtà Ether è la criptovaluta. Ethereum, invece, è il nome del protocollo che sta alla base di un sistema che, creato attraverso un linguaggio di programmazione, permette di eseguire in modalità peer-to-peer i cosiddetti smart contracts, ovverosia i contratti intelligenti.
Ma perché allora, per chi investe in criptovalute, Ethereum dovrebbe essere scelto al posto del Bitcoin? Ebbene, la prima ragione sta nella diversificazione in quanto le criptovalute, come è ben noto, sono asset molto volatili con la conseguenza che a potenziali guadagni rilevanti possono corrispondere pure perdite ingenti se, nell’aprire posizioni long o short, si sbaglia il momento dell’entrata sul mercato con gli exchange oppure con i CFD aprendo un conto di trading con un broker online.
Ethereum, progetto open source per la sicurezza distribuita
Come protocollo, Ethereum, che è rigorosamente open source, mira allo sviluppo economico attraverso la sicurezza distribuita. E questo perché i cosiddetti contratti intelligenti sopracitati per poter essere eseguiti sulla rete peer-to-peer necessitano di una potenza computazionale che viene remunerata proprio con Ether che, di conseguenza, oltre ad essere l’unità di conto del protocollo, è anche una criptovaluta ed il carburante per far girare gli smart contracts.
Il rilascio della prima piattaforma ‘live’ di Ethereum, la cosiddetta versione Frontier, risale al mese di luglio del 2015. La promozione di Ethereum è affidata in tutto il mondo alla ‘The Ethereum Foundation’ che è presieduta da Vitalik Buterin, che è anche il creatore di Ethereum, insieme a Patrick Storchenegger. Essendo open source, tutti possono apportare il loro contribuito alla crescita ed allo sviluppo di Ethereum, ragion per cui la Fondazione mira a promuovere su scala globale le ‘dapps’ che non sono altro che le applicazioni decentralizzate attraverso l’esecuzione di smart contracts all’interno della blockchain di Ethereum.
Rispetto alla rete del Bitcoin, Ether è una criptovaluta che è collegata ad un protocollo che può essere adottato in tanti settori dell’economia e per tante finalità, dalla protezione della proprietà intellettuale a servizi Internet come la registrazione di nomi a dominio, e passando per la gestione della sicurezza digitale nei sistemi elettorali online, per la gestione sicura di piattaforme di crowdfunding, e per l’integrità degli scambi nei mercati finanziari.
Per tutte queste ragioni Ether, sulle principali piattaforme di scambio, viene attualmente negoziata a 750-850 contro il dollaro quando invece un anno fa passava da un wallet all’altro sotto la soglia dei 20 dollari americani. Nella prima decade del mese di gennaio del 2018, inoltre, Ether ha toccato quello che ad oggi, sopra 1.300 contro il biglietto verde, è il suo massimo storico.